
La mia storia
Mi chiamo Alberto, e se devo raccontare davvero la mia storia, devo partire dal valore che definisce ogni mio piatto: la dedizione.
Sono nato e cresciuto nella laboriosa Brianza, ma l’architettura della mia vita — come uomo e come chef — si poggia su fondamenta più profonde: gentilezza, cura, attenzione ai dettagli e un amore incondizionato che ho imparato a riconoscere fin da bambino.
A Franca e Gianni, la mia tata e suo marito, devo alcuni degli insegnamenti più preziosi: cosa significa dedicarsi con pazienza, costruire con le proprie mani e credere davvero in ciò che si fa. Con Franca ho vissuto i miei primi ricordi ai fornelli: sbucciare piselli al tavolo della cucina, preparare insieme quel purè che sapeva di casa, di infanzia, di protezione.
Accanto a loro, c’è la memoria inestimabile di Nonna Pina, che sapeva preparare le polpette più buone del mondo. Il loro profumo, la loro consistenza, il loro calore: sono ancora oggi un riferimento per ciò che considero “cibo che fa stare bene”.
E poi ci sono i miei genitori, Rosella e Giancarlo. Da loro ho imparato la dedizione per il lavoro, la determinazione nel perseguire i propri obiettivi e la libertà di intraprendere strade nuove. Mi hanno sostenuto con costanza, senza farmi mancare mai nulla e appoggiandomi in ogni scelta: è anche grazie a loro se ho trovato il coraggio di seguire davvero la mia passione.
Questi ricordi, queste persone, questi gesti semplici e pieni d’anima: sono il mio primo ricettario. Il più autentico. Quello che porto ancora oggi in ogni piatto.
L’anima in viaggio e la scintilla.
Dopo anni trascorsi a imparare il mestiere nell’azienda di famiglia, la vita mi ha portato sulla strada: alla guida di un camion, attraverso mezza Europa. Erano anni di viaggi, sacrifici, solitudine e responsabilità. Ma proprio in quel tempo sospeso, tra un confine e l’altro, è nata la mia scintilla più grande.
Lungo le autostrade di Francia, Inghilterra e Spagna ho scoperto sapori nuovi, profumi sorprendenti, tradizioni gastronomiche affascinanti. Ogni tappa era una rivelazione. Assaggiavo, osservavo, memorizzavo. E al mio ritorno a casa sentivo il bisogno irresistibile di replicare, studiare, capire.
Quella che all’inizio sembrava una curiosità diventò presto una dedizione totale: notti a perfezionare tecniche, giorni a cercare ingredienti nei loro luoghi d’origine — dalla farina perfetta di Altamura alle arance migliori della Sicilia — solo per rispetto verso ciò che avevo assaggiato in viaggio. Ogni esperimento era un ritorno a quei momenti, un ponte tra il mondo e la mia cucina.
La cucina è diventata il mio linguaggio. Il mio modo di custodire e raccontare emozioni. Il posto dove ogni gesto ha un senso e ogni sapore una storia.

INTERVISTA
Da dove nasce l'idea del Personal Chef?
Biografia
La passione diventa professione
La scelta e la professione
La vocazione era troppo forte per restare solo un hobby. Dal conseguimento della licenza REC (abilitazione per la somministrazione) nel 1999, ho iniziato un percorso fatto di passi concreti nel mondo della ristorazione professionale, coltivando le prime collaborazioni nel catering. Un passaggio cruciale è stato quando ho aperto e gestito un bar, un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo sulle dinamiche del servizio e del contatto con il pubblico. Ho gestito, imparato e affinato, fino a quando, nel 2010, ho preso la decisione definitiva: trasformare la passione in una vera e propria missione.
Ad oggi, sono passati oltre dieci anni da quella scelta. Ho conseguito il certificato di Chef Professionista, ho approfondito la mia preparazione con specifici corsi di pasticceria e ho avuto l'onore di partecipare a due workshop nella cucina del celebre chef Antonino Cannavacciuolo. Fortificato da questo percorso, sono un Personal Chef. Porto la mia cucina direttamente nella tua casa, in ville private ed eventi, e trasmetto con essa tutta la mia storia: i sapori del mio cammino europeo e la dolcezza dei ricordi d’infanzia. Ogni piatto che creo è un’esperienza gastronomica unica, elegante ma sincera, dove l'ingrediente principale non è solo la materia prima, ma il sentimento.
Perché per me cucinare è questo: un atto d’amore, di rispetto e di autenticità. Gli stessi valori con cui ho costruito la mia intera vita.
Riconoscimenti
Accademia italiana Chef
Corso di cuoco professionista

Accademia - I. & D. Massari
Certificato Alta Pasticceria

Workshop Canavacciolo
Esperienza in cucina


